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mercoledì, febbraio 25, 2015

Accoglienza senza limiti

Ha avuto ragioni da vendere ieri sera a Ballarò Matteo Salvini, nel dibattito/scontro con Concita De Gregorio sulla questione accoglienza.
Chiunque potrà dire se c'è o non c'è un limite all'accoglienza senza limiti, che invece personaggi radical-chic pretendono che lo stato faccia. E quindi col denaro pubblico, coi soldi degli altri.
Questi personaggi che parlano così tanto di accoglienza, a questo punto diventata "senza limiti", che inneggiano all'"avanti c'è posto per tutti", saranno veramente credibili solo quando avranno riempito le loro case di gente da accogliere, pensando anche al loro nutrimento, all'alloggio e all'accudimento post accoglienza. Il tutto a loro esclusive spese, ovviamente. Solo allora, solo dopo che avranno dato l'esempio, potranno ergersi a paladini della loro idea, e potranno inneggiare l'"Avanti, c'è posto per tutti".
Lo Stato, stando all'iniziativa intrapresa dal vescovo di Mondovì (Profughi, la reazione all'appello del vescovo), su questo fronte sembra essere giunto al collasso. 
Se questi radical-chic non faranno accoglienza diretta, allora è meglio che se ne stiano in silenzio, e che la smettano di andare in giro per i talkshow a fare, pagati, le loro belle comparsate. Pagati, per andare in girro a fare conferenze e convegni, per portare i loro bei discorsi, i loro bei messaggi su accoglienza e  fratellanza. Discorsi che, se non daranno l'esempio, saranno parole a vuoto, parole che lasciano il tempo che trova.

domenica, febbraio 22, 2015

Il mondo è dei furbi


De Benedetti fattosi cittadino svizzero, perché là si pagano tasse sul reddito più basse. Gino Paoli che vi esporta illegalmente i proventi delle serate alle Feste dell'Unità pagatigli in nero, manovre che gli hanno comunque consentito di non dichiarare quelle entrate nel mod.740, così da fargli risparmiare almeno il 43% di tasse. Cos'hanno costoro in comune col PCI, ora PD? Eppure vengono da questo partito osannati come loro porta bandiere. Il primo è addirittura il loro tesserato n.1. Eppure, come si vede, i due ne hanno escogitate tante per evadere o quanto meno eludere il fisco di questo stato.
Poi, però, al rovescio della medaglia, un disabile, che non ha alcuna possibilità di evadere od eludere il fisco, dallo stesso stato è costretto a pagare l'IVA del 22% per la manutenzione di un servoscala che per lui è d'importanza vitale.
Siamo agli antipodi del mondo dei due personaggi di cui sopra, è un mondo che gira alla rovescia.
I due non hanno proprio niente in comune con i comunisti vecchio stampo, così come lo erano stati mio padre e mio suocero: si rivolterebbero nella tomba, nel sentire queste storie. E come questi due non si fanno ritegno nel farsi chiamare comunisti o di sinistra, così non se ne fanno tantissimi altri personaggi del mondo dello spettacolo, degli intellettuali, e di tanti altri mondi.
Tommaso Campanella, filosofo calabrese vissuto a cavallo dei secoli XVI e XVII, e quindi quando il comunismo era ancora molto di là da venire, nel saggio La Città del Sole, traccia un'idea di come avrebbe dovuto essere il comunismo. 
Eppure questo De Benedetti ha la tessera n.1 del PCI, mentre l'altro ne è stato addirittura deputato. Dovrebbero quindi essere tra coloro che dovrebbero occuparsi delle classi più disagiate, essere quindi coloro che dovrebbero mettere tutti i propri beni in comunità con gli altri. E invece? Ma tant'è, per tanti gonzi creduloni basta che questi abbiano la loro etichetta per farli sentire dei loro. Più gonzi di così, si muore!


 

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