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venerdì, maggio 31, 2013

Elogio alla Miseria

Vittorio Sgarbi, ospitato ieri sera da Santoro nel programma Servizio Pubblico, ha dato sfoggio della sua vasta cultura in campo artistico. Per l'introduzione ha citato un passo di Leo Longanesi tratto da "La sua signora. Taccuino 1957". La frase può senzaltro essere classificata come elogio alla miseria. DaWikipedia, alla voce Leo Longanesi, ecco il testo della frase citata da Sgarbi. 
 
"La miseria è ancora l’unica forza vitale del Paese e quel poco o molto che ancora regge è soltanto frutto della povertà. Bellezze dei luoghi, patrimoni artistici, antiche parlate, cucina paesana, virtù civiche e specialità artigiane sono custodite soltanto dalla miseria. [...] Perché il povero è di antica tradizione e vive in una miseria che ha antiche radici in secolari luoghi, mentre il ricco è di fresca data, improvvisato [...] La sua ricchezza è stata facile, di solito nata dall’imbroglio, da facili traffici, sempre o quasi, imitando qualcosa che è nato fuori di qui. Perciò quando l’Italia sarà sopraffatta dalla finta ricchezza che già dilaga, noi ci troveremo a vivere in un paese di cui non conosceremo più né il volto né l’anima".

giovedì, maggio 23, 2013

23 maggio 1992

Statua di Sciascia a Racalmuto - da Wikipedia - autore Davide Mauro

Giornata buia quella del 23 maggio di 21 anni fa: con La strage di Capaci l'Italia sembrava ritornare indietro di 20 anni, al periodo degli Anni di piombo. Nella strage, compiuta dalla mafia, perirono il magistrato Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Vito Schifani.
Anni prima un grande scrittore descriveva cosa fosse la mafia moderna nel suo più celebre dei romanzi: Il giorno della Civetta. Romanzo divenuto famoso anche per quella frase messa in bocca al boss don Mariano: "gli uomini si dividono in cinque categorie: uomini, mezzi uomini, ominicchi, piglianc*lo, e quaquaraquà".

Chi volesse risentire la celebre frase, interpretata da Orso Maria Guerrini, non ha che da sintonizzarsi questa sera su Rai5, dove, dal Teatro di RacalmutoSebastiano Somma, e il regista Fabrizio Catalano - nipote di Leonardo Sciascia - metteranno in scena Il giorno della civetta, uno spettacolo che da tre anni sta facendo il giro dell'Italia.


 

lunedì, maggio 20, 2013

La bufala dell'anno



Immagine puramente casuale, tratta dal sito Luxury Yacht
 
 
Avrei voluto scrivere "la bufala del secolo", tanto è grande la bufala, ma tant'è.
 
E' strano che a tutt'oggi non ne abbia ancora sentito parlare, eppure, quando fecero scoppiare il caso, mass media di ogni genere ci ricamarono sopra i più disparati fronzoli, e ce ne riempirono la testa per giorni e giorni. Ora, che si sarebbero accorti di aver preso un granchio enorme, gli stessi mass media tacciono nel più assordante dei silenzi. Ma forse stanno meditando sul come uscire dalla vicenda, limitando i danni, sia in termini d'immagine che di costi per querele che inevitabilmente gli piomberanno addosso. I mass media in questione sono rei d'aver diffuso bambescamente, troppo frettolosamente, e senza aver prima fatto le opportune verifiche del caso, una notizia che ora si starebbe rivelando come la bufala dell'anno.

Ed è un altro tabù che cade: quello della sinistra che sente di essere moralmente superiore a quelli di destra, ovvero ai berlusconiani. Infatti, dopo quanto si legge qui sotto, credo che quella notizia sia stata messa frettolosamente in circolazione da costoro. Tanta era la bramosia di rincorrere scoop ad ogni costo, non credevano ai propri occhi d'aver preso in castagna proprio il leader del loro "odiato" nemico, la Lega.

Ma sveliamo il mistero.

Il famoso yacht da 2,5 milioni di valore, che sarebbe stato pagato con i soldi della Lega, e rintracciato da un solerte giornalista, ancorato in un porto tunisino, non è di Bossi junior, ma di un suo amico, il romano Stefano Alessandri. Tra l'altro i due divennero amici quando Alessandri era già da tempo proprietario dello yacht, e quindi non è  nemmeno sospettabile di essere un eventuale prestanome di Bossi jr per la proprietà di quello yacht.

La notizia della bufala viene riferita da Il Giornale.it.

Concludendo, quando succedono di questi fatti, è fuori discussione che quei giornali e quelle televisioni, che per primi hanno riferito la notizia-bufala, perdono in credibilità agli occhi dei propri lettori e utenti. Poi, però, si lamentano se vendono sempre meno giornali o se si abbassano gli indici d'ascolto, venendo così a trovarsi costretti al taglio di testate, programmi, e quindi personale. Ma d'altronde, la frettolosità e la ricerca spasmodica di scoop, che facciano vendere più giornali, o facciano lievitare gli indici d'ascolto, a volte gioca di questi brutti scherzi.

domenica, maggio 19, 2013

La UE contro gli orti fai da te



Maggio piovoso, e quindi ancora non se ne parla, ma anche quest'anno, alla fine di questo mese, a Monza, nei giardini della Villa Reale, si svolgerà il concorso La rosa piu bella del Mondo.

A tal proposito, ma anche per polemizzare contro l'idea di cui sopra, mi ricordo di quando andavo a visitare un cliente dell'hinterland milanese, che aveva una villa con giardino. Oltre a fare il tipografo, nella sua "splendida" cantina costui aveva allestito di tutto puntino un allevamento di castorini canadesi: il tutto ben curato e a norma con tutte le procedure igienico-sanitarie vigenti. Nell'angolo più in vista del giardino - ben visibile anche dalla strada - aveva creato un roseto nel cui terreno depositava gli escrementi di quegli esserini. Ebbene, ogni volta che andavo a visitarlo, durante la bella stagione, rimanevo estasiato ad ammirare i colori smaglianti di quelle rose, e ad annusarne i profumi unici inconfondibili. Il segreto di tutto ciò - mi diceva - stava in quello che dava al terreno per ingrassarlo: gli escrementi dei castorini. Ed oltre alle rose - degne di partecipare al concorso sulla Rosa più bella del Mondo - in quel terreno prosperavano rigogliose anche le insalate, i pomodori, le zucchine, i cetrioli, ecc. Son passati quasi trentanni da quei giorni, eppure me ne ricordo come fosse stato ieri.

sabato, maggio 18, 2013

I rossi del caso Forteto

Ovvero, i rossi del Mugello che non vedono e che non sentono. 
Nell'articolo si parla anche di Rosy Bindi, che, stando alla dichiarazione del testimone P.Z., l'ha vista venire in visita alla comunità di Forteto. Poi il testimone fa anche i nomi di Fassino e della Turco, quali destinatari delle richieste di contribuzione avanzate al governo per il Forteto, da parte dell'ex parlamentare comunista Eduardo Bruno. E nessuno di quei tre politici ha mai sentito parlare di abusi sui minori del Forteto? Davano via i soldi così, senza fare un'indagine seria, senza appurare a chi stavano dando i soldi? Ma chi se ne frega! Tanto i soldi mica erano i loro.

Da Il Giornale.it

L'impaccio della sinistra per l'esplodere del «caso Forteto», la comunità di accoglienza nel Mugello (che è al contempo un'affermata coop agricola e una fondazione culturale) in cui i minori in affido non venivano educati e restituiti alle famiglie d'origine ma abusati, è tutta in un piccolo particolare: un'imbarazzata smentita doppia di Rosy Bindi.

Una richiesta di precisazione inviata giovedì pomeriggio al Giornale corretta un paio d'ore dopo. Fermo restando che «non so dove sia la comunità Il Forteto, non l'ho mai visitata e non ho mai avuto rapporti», l'ex presidente del Pd dapprima afferma che «è del tutto arbitrario accostare il mio nome e la mia foto alle vicende di questa comunità», poi invece ritira l'accostamento arbitrario: «Non so come mai il mio nome compare della relazione finale della Commissione d'inchiesta della Regione Toscana, ma sono intenzionata a capirlo per evitare strumentalizzazioni sulla mia persona».
La sua presenza è testimoniata da una delle vittime del Forteto (verbale 6 dell'11 luglio 2012, pagina 36), P.Z., che dichiara: «Bruno (l'ex parlamentare comunista Eduardo Bruno, ndr) era quello che manteneva i collegamenti tra il Forteto e la politica soprattutto a livello nazionale, cioè la Bindi, la Turco, Fassino... è stato Bruno a creare tutti questi legami». Un commissario chiede: «Ah, Rosy Bindi?». «Sì, è venuta da noi a mangiare le castagne, mi ricordo...». «Anche la Rosy Bindi, è venuta!». E P.Z., riferendosi alle castagne: «Le ha prese proprio un contadino». Numerosissimi articoli, pubblicati su decine di testate diverse, accennano alle visite dell'onorevole Bindi al Forteto. Non sono stati mai smentiti.
È scattata la corsa a prendere le distanze dalla comunità degli orrori. L'avvocato Giuliano Pisapia, sindaco di Milano, si è affrettato a precisare che l'inserimento nel comitato scientifico della Fondazione Il Forteto è avvenuto a sua insaputa. Nelle scorse settimane, dopo che le indagini della magistratura e la Commissione regionale presieduta da Stefano Mugnai (Pdl) hanno portato alla luce gli orrendi segreti del «profeta» Rodolfo Fiesoli, anche la Regione ha fatto un passo indietro chiedendo (e ottenendo) di costituirsi nel processo di ottobre come parte civile. Dopo aver erogato per anni una pletora di contributi (almeno 1.200.000 euro), ora la Regione chiede i danni. Ancora più significativo è l'ultimatum imposto dalla Lega delle cooperative, cui aderisce la coop Il Forteto, simbolo di eccellenza produttiva coinvolta nello scandalo. I soci a «chilometro zero» cercano invano di tenersi lontani dalle vicende dei minori in affido: gli scandali della comunità sono inestricabilmente legati all'attività produttiva. Ventidue capi della coop, fedelissimi di Fiesoli, andranno con lui a processo. Campi, frutteti, stalle biologiche e caseificio del Forteto sono stati lavorati dai ragazzi sfruttati dal «profeta», parecchi già da bambini. Il ministero delle Attività produttive sta svolgendo da qualche giorno un'ispezione sull'azienda che conta un centinaio di dipendenti.
Ed ecco la retromarcia anche di Unicoop, centrale toscana della grande distribuzione mutualistica i cui scaffali traboccano di prodotti a marchio Il Forteto, che ha chiesto e ottenuto il repulisti. Via «le persone coinvolte in un'indagine dai risvolti etici». Sotto la minaccia di non vendere più yogurt, pecorino e mozzarelle mugellane (magari prodotte con il latte munto da ragazzini delle elementari), i capi del Forteto hanno passato la mano. In realtà non c'è stato un vero ricambio, perché i nuovi vertici della coop restano legati alla vecchia gestione, ma ciò garantisce comunque a Unicoop di lavarsi la coscienza.
Tutto il Mugello rosso è in imbarazzo. Il comune di Borgo San Lorenzo ha seguito l'esempio della Regione e si è costituito parte civile, non così le amministrazioni di Vicchio e Dicomano. Nei giorni scorsi il Pd di Vicchio, la patria di Giotto e Beato Angelico nel cui perimetro si trova la comunità degli orrori, ha messo sotto accusa il compagno Paolo Bambagioni, vicepresidente della commissione regionale, che non avrebbe rispettato la «consegna del silenzio» con cui larghi settori del Partito democratico vorrebbero tacitare lo scandalo. Il giudizio Bambagioni è drastico: «I fatti raccolti dalla commissione esprimono un giudizio indiscutibile. Chi ancora dubita è male informato. Che devono fare le istituzioni se non proteggere i più deboli?».
Appunto. Ma a sinistra tanti non vogliono aprire gli occhi. Nel Mugello si raccolgono firme, lettere e testimonianze in difesa del Forteto. Il presidente del Consiglio regionale, Alberto Monaci, ha cercato di limitare il campo d'azione della commissione Mugnai-Bambagioni. Il consigliere Enzo Brogi (Pd) ha parlato di «processo cinese» e la sua collega Daniela Lastri avrebbe preferito svuotare la relazione, omettendo le testimonianze delle vittime e i nomi dei politici di sinistra che facevano passerella. Obiezioni formali davanti all'orrore dei ragazzi abusati.

mercoledì, maggio 15, 2013

Marina Berlusconi contro Ingroia

Come un libro stampato, conosco la storia del Gruppo Mondadori, dalle sue origini fin quasi ai giorni nostri. In questi ultimi anni mi era parso inverosimile che il suo gruppo dirigente restasse impassibile di fronte alle calunnie di "connivenza" con la mafia che le venivano cucite addosso da più parti. Ora pare che il Gruppo abbia avuto un rigurgito d'orgoglio, citando in giudizio il principale e più "autorevole" di tali  calunniatori.

Che sia l'alba di un nuovo giorno? Ai posteri l'ardua sentenza.
 

La Fininvest si appresta a citare in giudizio Antonio Ingroia per le dichiarazioni del magistrato sulla societa’. Lo anticipa Marina Berlusconi in una intervista a Panorama. ”Questo signore – dice la presidente del gruppo – si permette di descrivere la Fininvest come una societa’ che ha riciclato capitali mafiosi”.

MARINA BERLUSCONI CONTRO INGROIA – ”E lo fa ignorando, o addirittura manipolando – aggiunge Marina Berlusconi nell’intervista che sara’ pubblicata sul numero di Panorama in edicola domani -, i risultati dei processi nati dalle sue stesse inchieste, i quali non hanno potuto che dimostrare l’assoluta inconsistenza di ipotesi simili. Firmero’ personalmente l’atto di citazione nei suoi confronti che gli avvocati stanno ultimando. Il tentativo di riproporre la storia del nostro gruppo come quella di un gruppo di malfattori e’ degno dei peggiori regimi”. ‘
 
FININVEST E LE REGOLE - ‘Abbiamo sempre rispettato nel modo piu’ totale le regole – conclude la presidente di Fininvest e Mondadori -. Siamo una delle realta’ imprenditoriali piu’ significative del Paese. Negli ultimi vent’anni abbiamo pagato piu’ di 9 miliardi di euro di tasse, ne abbiamo investiti 27, diamo lavoro a quasi 20 mila persone. E’ troppo chiedere un po’ di rispetto, che poi non e’ altro che il semplice rispetto della verita’?”.

sabato, maggio 11, 2013

Petizione per le dimissioni di un ministro



Dopo quanto avvenuto questa mattina a Milano, credo che nessuno si senta più al sicuro qui in Italia. E' quindi necessario l'interessamento di ciascuno sulla nuova situazione che si sta venendo a creare. Sottoscrivo pertando la petizione inserita nel video di cui sopra.
Vi è intanto la storia ad ammonirci di quanto potrebbe avvenire in un prossimo futuro, specie per quanto riguarda le sorti della Basilica di San Pietro (leggere qua: L'Assedio di Vienna). E vi sono poi storie come questa a ricordarci i pericoli che sta correndo l'occidente.
Il monito che si ricava dalla storia dell'Assedio di Vienna del 1683, è quello che, qualora avesse avuto successo, i Turchi-Ottomani sarebbero arrivati fino a Roma, e, secondo le loro intenzioni, avrebbero trasformato la Basilica di San Pietro nelle scuderie del Sultano.
Mi preme altresì sottolineare che la petizione è promossa da un italiano di colore, Magdi Cristiano Allam, e che l'autore del post non è razzista, come potrebbe sembrare d'acchito, essendo egli stesso l'appassionato autore del post sulla prima santa nera: Santa Giuseppina Bakhita.

giovedì, maggio 09, 2013

Perla della Toscana


Mentre l'Italia dei normali soffre, e vengono dati agli invalidi veri solo 270 euro al mese, ci sono amministratori locali che fanno un uso baldanzoso del denaro pubblico. Fortuna per noi, che siamo lombardi, il denaro pubblico sperperato in questo caso viene pagato dai toscani. ... Contenti loro! La notizia, leggendo sotto, in alcuni passaggi fa sorgere sospetti di passaggio di denaro pubblico ad amici: una maniera furbesca di spartizione di denaro publico. E intanto, il contribuente paga! Ma quando finirà questa piaga? A quando l'avvento di amministratori morigerati che utilizzano il denaro pubblico a loro affidato con la vera parsimonia del buon padre di famiglia? Ma perchè la gente normale non si ribella di fronte a casi di sprechi come questi? Questa è un'altra delle invenzioni fatte dall'Amministrazione Toscana, come quella che al tempo del governo Prodi la rese famosa per via della denuncia di sprechi imputati al fantomatico Assessorato alla Pace e Perdono, il quale si spera che nel frattempo sia stato chiuso.

Dal sito: VoxNews.info

La Toscana spende 240mila euro per insegnare ai trans come cambiare sesso

Nuova perla dall’amministrazione regionale toscana guidata da Rossi: 240.000 euro per insegnare ai transessuali come cambiare sesso.
La stessa regione che taglia le risorse per le autoambulanze è riuscita a spendere, nell’ultimo anno, la cifra monstre di 240mila euro per l’istituzione di un consultorio per transessuali nella Asl 12 con ben sette dipendenti che in un anno avrebbero “generato” 370 ore di consulenza a 135 trans. La stragrande maggioranza dei quali, immigrati.
Un rapido calcolo: 240.000/370 ed ecco che ogni ora è costata al contribuente toscano circa 650 euro.
Un altro rapido calcolo: 240.000/135 e scopriamo che una singola consulenza è costata quasi 1.800 euro! Quindi, per dire ad ogni trans come cambiare sesso, la Regione Toscana ha speso un piccolo patrimonio, tanto valeva operarli in loco.
Significa che due/tre ore di consulenza da parte dei dipendenti dell’Asl assunti a questo consultorio, sono costate la bellezza di 1.800 euro: circa 650 euro all’ora! Nemmeno un’ora di psicanalisi con mr. Freud costerebbe tanto.
Ma attenzione, sbaglieremmo a derubricare tutto questo a mero autolesionismo e adorazione dell’ennesima minoranza. Certo, questa è una componente essenziale, ma c’è anche la solita dose di clientelismo para-mafioso che contraddistingue la gestione della cosa pubblica in Toscana. Lo stesso clientelismo che abbiamo visto nell’affaire Mps. Perché quando si spendono 1.800 euro a consulenza per due ore e mezza di colloquio con un trans, significa che il 99% di quei soldi sono stati “regalati” agli amici degli amici: in Toscana il sistema del voto clientelare si sostiene in questo modo.

venerdì, maggio 03, 2013

Il fallimento del fotovoltaico


Non è una grande soddistazione, ma non si può certo dire che non fummo preveggenti quando scrivemmo il post Affamati di energia, pubblicato sul Giardino delle Esperidi. Gli azionisti del settore fotovoltaico avrebbero potuto salvare tutto o parte del capitale investito se avessero disinvestito per tempo, dopo aver letto i ripetuti allarmi utili, nonchè l'allarme vero e proprio lanciato da WEBSIM il 14 dicembre 2011, e riportato in  questo post. Ora quella miriade di piccoli azionisti si staranno già da tempo leccando le ferite, dopo che Solon ed altre sono fallite. La notizia del fallimento di Solon, azienda tedesca produttrice di pannelli fotovoltaici, è abbastanza stagionata e riportata anche in questa relazione del Prof. Franco  Battaglia, dall'emblematico titolo di: Fallimento del fotovoltaico. La relazione contiene anche stoccate al fu Governo Prodi e ai vari ministri alla Pecoraroscanio, nonchè stoccate all'ex Governo dei Tecnici presieduto da Monti, in compagnia del suo ex ministro Clini.

L'immagine, puramente casuale, è tratta dal sito Progetto casa in montagna Ravascletto


 

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