marshall

venerdì, marzo 01, 2013

La differenza tra noi e gli altri

Per esperienza diretta, condivido l'articolo del Sole24 Ore qui di seguito, e che mi è stato inviato. La sedia a rotelle con motore elettrico, in  mia dotazione da circa tre anni (che uso soprattutto durante la bella stagione), non mi ha mai creato problemi. E' ottima ed è made in Germany, e per l'alta tecnologia di cui è dotata, penso che in rapporto a ciò non costi molto. Penso anche che se fosse stata prodotta in Italia - e le aziende italiane sarebbero capacissime di produrle - sarebbe costata sicuramente di più, non fosse altro che per la maggiore tassazione e le pastoie burocratiche cui sono assogettate le aziende italiane. Maggiori tasse e oneri che al nostro stato servono unicamente per foraggiare e mantenere un apparato politico che è tra i più costosi del mondo (quanta gente si era buttata in politica per fare soldi!).
Io non ho votato Grillo, ma solo per una questione di affezione alla vecchia Forza Italia, che a suo tempo portò comunque un cambiamento di costume nei governi italiani, che fino all'epoca avevano una durata media di pochi mesi. Ora però, con l'avvento di Grillo sulla scena politica, molti cominciano a temere di non potersi più arricchire, o comunque vivere di sola politica.


"La differenza tra noi e gli altri
 Dal sole 24 ore
Le aziende tedesche pagano bonus e aumentano gli stipendi. Ecco perché
Disoccupati in continuo calo, inflazione sotto il 2%, esportazioni a prova di cambio, prodotti di qualità e aziende leader. Mentre tutta Europa si chiede come recuperare competitività, le aziende tedesche, che già pagano stipendi più alti della media, si preparano a concedere nuovi aumenti salariali. Di più. Volkswagen ha appena annunciato che verserà un premio di produzione di 7.200 euro ai suoi circa 100mila dipendenti. E non è nemmeno stata di manica larga: nonostante il 2012 si sia chiuso con un utile netto record di 22 miliardi, il bonus è più basso di quello del 2011 (7.500 euro). Volkswagen può permetterselo: in barba alla crisi dell'auto che colpisce tutta Europa, punta a vendere 10 milioni di veicoli l'anno prima del 2018.
Stipendi su, inflazione giù
Mentre Volkswagen annunciava il suo bonus, Ig Metall, il più grande sindacato dell'industria tedesca, metteva sul tavolo le rivendicazioni salariali per il 2013, chiedendo un aumento del 5,5%, dopo averne incassato uno del 4,3% l'anno scorso, il più alto da 20 anni. Il sindacato Verdi ha a sua volta chiesto aumenti del 6,5% per i dipendenti pubblici, che nel resto d'Europa stanno perdendo pezzi di retribuzione e impiego.
Dieci anni di moderazione
La stagione delle rivendicazioni arriva dopo circa dieci anni di salari fermi o quasi, in cambio della difesa dei livelli occupazionali. Ora però il clima è cambiato. La Germania attraversa la crisi dell'Eurozona senza soffrire troppo e sia la Spd che la Cdu sono pronti ad appoggiare l'aumento dei redditi dei lavoratori in vista delle elezioni di autunno. La moderazione salariale è stata accompagnata da riforme che hanno risanato il vecchio "malato d'Europa". Come ha ricordato il ministro del Lavoro Ursula von der Leyen in un'intervista a Les Echos: «Prima di tutto abbiamo stabilito che ogni disoccupato abbia diritto a un impiego o alla riqualificazione piuttosto che a un sussidio. Poi abbiamo reso il mercato del lavoro più flessibile. Il nostro credo è esigere e incoraggiare: si può costringere un disoccupato ad accettare un lavoro, ma in compenso sarà aiutato”.
Disoccupazione e inflazione scendono
Per tutti questi motivi la Germania può contare su un mercato del lavoro granitico, che negli ultimi anni non ha praticamente mai smesso di creare occupazione, nemmeno nei periodi di recessione. L'ultimo dato, quello di febbraio, lo prova una volta di più. Il numero dei senza impiego è sceso di 3mila a 2,92 milioni di persone, con un tasso di disoccupazione fermo al 6,9%. Certo, la contrazione del Pil nel quarto trimestre del 2012, quando è sceso dello 0,6%, si è fatta sentire: Commerzbank ha annunciato il taglio di 6mila dipendenti e Deutsche Telekom 1.200 esuberi. Ma la tenuta generale del mercato del lavoro non è stata scalfita.
Effetto euro e qualità dell'industria
C'è anche l'euro a spiegare la diversità tedesca. Le aziende macinano utili record anche grazie a una moneta che, vista da Berlino, è addirittura sottovalutata. Con il marco, auto e macchinari tedeschi costerebbero dal 15 al 20% in più e secondo Citigroup, l'effetto cambio da solo regala alla Germania 100 miliardi di euro di esportazioni in più all'anno. Ma a sostenere l'export tedesco è soprattutto la qualità dell'industria, che può contare su un efficiente sistema di formazione dei suoi tecnici e ingegneri. Le aziende lavorano a stretto contatto con gli istituti tecnici, spesso finanziando programmi scolastici in modo da mettere agli studenti in grado di accedere al lavoro appena diplomati, con un sistema di apprendistato tra i migliori d'Europa". 

1 Comments:

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