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sabato, aprile 07, 2012

Il sabato santo nella campagna lombarda


Negli anni del dopoguerra, nei paesi di campagna della Pianura Lombarda, era in voga l'usanza di lucidare le catene dei camini. Da sempre il camino era stato la fonte primaria di riscaldamento per le case durante l'inverno, e luogo di cottura dei cibi per tutto l'anno. Nella campagna, poi, dove la polenta la faceva da padrona quasi tutti i giorni, il camino veniva iperutilizzato; era d'uopo, quindi, che le catene che sostenevano i paiuoli per fare la polenta, si annerissero alquanto. Le massaie lombarde ci tenevano a mostrare una casa linda per il giorno di Pasqua, e tra le operazioni primarie vi era la lucidatura delle catene dei camini. Cosicchè si sceglieva il Sabato Santo per detta operazione. Ogni padrona di casa provvedeva in proprio, utilizzando allo scopo i maschi della famiglia. Quando questi mancavano, o non erano disponibili, si rivolgeva a parenti, vicini o conoscenti. L'operazione richiedeva l'impegno di qualche ora.
Chi fosse vissuto a quel tempo nelle campagne lombarde, il Sabato Santo, quando non si sarebbe sentito un fruscio, nè il muoversi di una foglia e le campane venivano zittite in segno di lutto per la morte di Nostro Signore, si sentiva un suono metallico provenire dalle strade sterrate di allora: erano i lucidatori di catene, che le percorrevano il lungo e in largo, finchè non fossero brillanti le catene.
Alle operazioni partecipavano uomini di ogni età, ma soprattutto ragazzini, giovanotti, ma anche uomini di mezza età.
Il compenso per tutti era quello di uova fresche di  giornata. Solo quello, per le molte ore d'impegno.
Ad una di quelle operazioni partecipai anch'io. Avevo allora sei anni, perchè ero in prima elementare. Il trascinamento della catena durò dalle 9 del mattino, alle 4 del pomeriggio. Partimmo in due; eravamo compagni di classe. Dalla cascina dove abitavamo, arrivammo fino a Mulino Zucchelli. Percorremmo un tragitto della lunghezza inimmaginabile per due bambini di 6 - 7 anni, ma tant'è il desiderio di scoprire cose nuove a quell'età era enorme. Mulino Zucchelli, da tempo immemore era, e forse lo è ancora, un cascinale isolato della fertile campagna del cremonese, poco distante da cascine tipiche della zona. Costruito sul fianco di una roggia, era stato per lungo tempo il mulino di riferimento per i contadini della zona.
Nel periodo gennaio 1944 - aprile 1945 Mulino Zucchelli aveva dato ospitalità ad un gruppo di sfollati del cassinate (vedere il post La citta e l'Acropoli di Cassino ). Erano oltre 20 persone.
Ma quella della mia "gita" al Mulino Zucchelli (Mulin dei Suchei, in dialetto cremonese) è una storia lunga, che racconterò a parte.
Nota: l'operazione di lucidatura delle catene dei camini, in dialetto locale si chiama: sgurà la cadena.
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Foto: antica catena da camino - dal sito Subito.it

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