marshall

domenica, aprile 29, 2012

Giornalisti e politici dal cervellino

Questo post è scritto in concomitanza dell'avvenuta beatificazione di un economista: Giuseppe Toniolo.

Mi indigno molto quando sento, ancora oggi, fior fiore di giornalisti e di politici ripetere che andrebbero tassate le rendite finanziarie. Come se queste non fossero già abbondantemente tassate. Anzitutto devo premettere che in questo settore l'evasione non esiste, perchè i redditi vengono tassati alla fonte, prima ancora di essere distribuiti. E poi per l'ennesima volta ripeto a tali esimi ignoranti che le tasse delle cosiddette rendite finanziarie da dividendo assommano al 47,5%, indipendentemente dal reddito di ciascuno. Ciò vuol dire che le paga anche chi non raggiunge il minimo tassabile, ma paga quell'imposta per il semplice motivo di possedere qualche azione, magari perchè l'ha ereditata, e il venderla oggi vorrebbe dire accusare una grossa perdita in conto capitale.   

Nei miei post precedenti, su questo genere di argomenti, ho poi tralasciato volutamente di scrivere che la nostra nazione, in questa disastrosa situazione, non è fallita perchè anni fa milioni di risparmiatori han creduto nelle privatizzazioni, investendo i loro risparmi in azioni del tipo Telecom, Intesa, Unicredito, Finmeccanica, e chi più ne ha più ne metta. Tutti risparmi andati in fumo perchè oggi quei titoli valgono un decimo rispetto ai prezzi di collocamento, e in alcuni casi anche molto meno. Ciò vuol dire che al "salvataggio" di quelle aziende sottostanti han contribuito i risparmi degli azionisti buggerati. Di conseguenza ciò vuol dire che i dipendenti di quelle aziende hanno avuto il posto di lavoro assicurato, grazie alla possibilità di quelle aziende quotate di scaricare le perdite sui rispettivi bilanci, perdite che lo Stato, da solo, soprattutto in questo momento, non avrebbe potuto sopportare. 

Ma fino a quando potrà durare questa situazione?

Ma questi sono argomenti a cui i cervellini di certi giornalisti non sono in grado di arrivare.

sabato, aprile 28, 2012

Toponomastica Femminile


Approfitto del post di Filia Ecclesiae, dedicato alla santa del giorno, Santa Gianna Beretta Molla (foto sopra, tratta dal blog di Filia Ecclesiae), per parlare di toponomastica femminile.
Da una rapida constatazione appare subito evidente il netto squilibrio tra nomi maschili e nomi femminili esistente nella toponomastica di tutti, o quasi tutti i comuni d'Italia. Non fa eccezione Nova Milanese, uno dei comuni lombardi ad aver dedicato una via a Santa Gianna Beretta Molla.
E' stata la stessa sindaca, Laura Barzaghi, ad aver evidenziato la questione della toponomastica generale, molto sbilanciata a favore dei maschi. Nel suo comune, alla data dell'8 marzo di quest'anno esistevano 2201 tra strade e piazze, ben 1333 delle quali intitolate agli uomini, e solo 42 alle donne. Le restanti portano nomi di luoghi od eventi, oppure date (83 in totale). Quattro strade sono al femminile, due delle quali, Via Assunta e Via Madonnina, sono dedicate ad entità soprannaturali. Le altre due sono dedicate alle sante Gianna Beretta Molla e Maddalena di Canossa.

Anche a Nova Milanese si è registrato un caso simile a quello occorso a Santa Gianna Beretta Molla. Qui l'articolo tratto dal Corriere della Sera del 12 settembre 1995. 

A Nova Milanese vi sono poi 12 plessi scolastici, dei quali solo due sono dedicati a donne: Anna Frank, e Giuseppina Fasola Quarello, insegnante esemplare di numerose generazioni di Novesi.
Dei tre parchi esistenti dedicati, uno è intitolato a Santa Giuseppina Bakhita (1869-1947), religiosa sudanese appartenente alla Congregazione delle Figlie della Carità, proclamata santa nel 2000. Anche se dovuto a scelte stratificatesi negli anni, è un bilancio assolutamente imbarazzante per l'Amministrazione novese, che ha promesso che d'ora in avanti la toponomastica del suo comune sarà solo al femminile.

Dati desunti da una lettera del sindaco di Nova Milanese, Laura Barzaghi, in concomitanza con la Festa della Donna.

venerdì, aprile 27, 2012

Ancora sulle rendite finanziarie

Quando ci vuole, ci vuole.

E' l'ennesima volta che sento pronunciare la stessa bestialità in televisione. Mi fanno arrabbiare, e mi viene quindi spontaneo dare del somaro a chi ha pronunciato la frase. E' il turno della giornalista Ritanna Armeni, che vorrei quindi candidare per il prossimo Premio Bamba.
Nel corso della trasmissione televisiva Italia sul Due, la giornalista Ritanna Armeni mi ha fatto andare fuori dai gangheri, quando ha detto che si dovrebbero tassare di più le rendite finanziarie, anzicchè far pagare l'IMU sulla prima casa. Secondo lei, quindi, i dividendi azionari sono tassati meno che le case. Mi sta benissimo il fatto che non si dovrebbe far pagare l'IMU sulla prima casa, almeno da un certo reddito in giù, ma da qui a dire che le rendite finanziarie pagano pochissimo di tasse, e meno degli immobili, ce ne corre. Evidentemente voleva apparire bella e colta davanti al pubblico dei telespettatori e dei presenti in sala.
Ma, come si dice, o c'è o ci fa. E l'altro bello è che, tranne una voce fuori dal coro, che ha parlato di capital gain azionario, nessuno ha saputo obiettare alla signora Armeni che i dividendi azionari - che secondo lei pagano solo il 20 % d'imposta - prima di essere distribuiti vengono assoggettati ad una ulteriore tassazione alla fonte del 27,5 %, subendo quindi una tassazione complessiva secca del 47,5 %, prima di essere distribuiti agli aventi diritto, sotto forma di reddito assoggettato alla fonte, e quindi da non inserire più nella dichiarazione dei redditi. E tutto questo  indipendentemente dal reddito tassabile dichiarato da ciascun azionista.

L'Isola Misteriosa


La sera del 25 aprile, su Rai1 c'era la partita Real Madrid - Bayern Monaco, e su Tv2000 c'era L'Isola Misteriosa, con Omar Sharif nelle vesti di Capitan Nemo. Essendo interessato ad entrambi i programmi, e non avendo approntato il videoregistratore, per non perdermi nè l'uno nè l'altro ho dovuto giocoforza fare zapping col telecomando. Avendo letto il romanzo, ero curioso di vedere come se l'erano cavata i produttori del film, dato che, secondo me, è molto complesso trasferire in un film di due ore tutta la scientifica immaginazione del corposo romanzo di Giulio Verne.
Infatti, l’inizio, con le storie sulla Guerra di Secessione tra Nordisti e Sudisti, e la trasvolata sulla mongolfiera dei fuggiaschi dalla prigione, è stato aderente al libro, ma occupa buona parte della parte iniziale; per il resto, per ovvie ragioni, han dovuto stringere parecchio. Nel complesso il film mi è parso del tutto aderente al testo di Giulio Verne. Ne è così venuto un piacevole film fantascientifico.
Parecchio di quello che aveva fantasticato Giulio Verne 138 anni fa si è poi tradotto in realtà, o si sta verificando.
Tramite Capitan Nemo, che appare nelle vesti del salvatore dei cinque fuggiaschi, è evidente il collegamento con Ventimila Leghe sotto i mari, pubblicato 4 anni prima. Che Cameron voglia scendere nella Fossa delle Marianne (qui un articolo dal Messaggero) alla ricerca dei resti del Titanic, la dice assai lunga sul fatto che Giulio Verne con i suoi romanzi ha immaginato con largo anticipo quello che sta avvenendo.

domenica, aprile 22, 2012

Ti cerco da sempre



A grande richiesta, ieri sera nell'Auditorium Comunale di Nova Milanese è andata in scena la replica della commedia Ti Cerco Da Sempre, scritta e diretta dal regista Franco Pozzi, e di cui s'è già accennato in questo blog.
L'opera, squisitamente genuina, non ha avuto nulla da invidiare a grandi e costose realizzazioni teatrali. Due ore di recitazione serrata, senza soste, tranne i dieci minuti d'intervallo tra il primo e il secondo tempo. Frequenti cambi di scena (circa venti). Al termine della recitazione molti del pubblico avrebbero desiderato il prolungamento dello spettacolo, eventualmente mediante inserimento di altri episodi nella storia, oppure la sua replica. Una replica che, a buon ragione, si sarebbe potuta effettuare oggi, se non fosse che il teatro era già stato prenotato da tempo da un'altra compagnia. E' certo che una replica in data odierna avrebbe comportato molto meno disagi per il gruppo. Per la realizzazione delle scene sono infatti necessarie molte ore di lavoro  da parte di volontari, che prestano gratuitamente la loro attività, durante il loro tempo libero  (vedi foto di scena, qui e in alto, tratte dall'archivio fotografico di Roberto Visigalli: qui altre foto ).

Per dare vita allo spettacolo, completamente gratuito, tranne un'offerta finale, totalmente anonima e su base volontaria, da destinare alla beneficenza, è stato necessario l'assiduo impegno di ben quarantatre persone, ivi compresi i diciannove Attori per Caso.

Ieri sera è stata una serata del tutto speciale per il gruppo: si raccoglievano fondi per finanziare "La Curiera".
La Curiera (cliccare qui per accedere al loro sito) di Nova Milanese si occupa dei disabili mentali e fisici presenti nel territorio, ed è orientata unicamente a rendere loro un pò meno scomodo questo mondo, che non è stato pensato a misura dei disabili. La Curiera è una ONLUS accreditata per poter essere sostenuta dal 5 x 1000 (vedere codice dal loro sito).
Iniziata la missione quasi in sordina, la loro avventura ha poi preso il grande volo avvalendosi delle esperienze acquisite dal gruppo "La Cordata" di Gorgonzola (cliccare qui per accedere al loro sito) , attiva da oltre dieci anni in tale campo.
Quando La Curiera nacque, 11 anni fa, sicuramente pochi loro concittadini sarebbero stati pronti a scommettere su tale longevità. La Curiera è così entrata di diritto nel novero delle scommesse vinte, da parte dei loro ideatori, così come lo è stato per La Prateria di Paderno Dugnano, città ai confini di Nova Milanese. La Prateria, nata nel 1980 per volontà di Fabbro Maria Norma, genitore di un ragazzo disabile, e di un gruppo di amici e genitori, oggi è diventato un centro lombardo di primaria eccellenza, nel campo della riabilitazione generale.
--------- 
Passando allo spettacolo, qui di seguito  la presentazione tratta dal loro volantino. In chiusura trascrivo anche la citazione, molto bella, del sacerdote ambrosiano don Federico Mandelli, con la quale si è aperta la commedia.
E' la storia del "dottor Elvis Maria Mengozzi, dottore ma non medico" che nell'arco dei 14 giorni in cui si dipana il racconto passerà dall'essere manager ambizioso e cinico a "vicino di casa" disponibile, protetto ed innamorato. Ognuno degli spettatori può ritrovare piccoli episodi, espressioni dialettali, modi di dire, ricordi, il cui insieme ci darà il senso e l'urgenza di "stabilire contatti" umani, duraturi e significativi.



Per quanto possiamo essere di casa nella vita, rimaniamo sempre stranieri, in esilio; sempre a imparare d'accapo l'abc delle cose essenziali. Veniamo al mondo senza sapere cosa significhi nè cosa occorra per vivere, e così per tutte le stagioni che attraversiamo: si impara ad amare, si impara a crescere un figlio, si impara cosa sia un lavoro, si impara lo scorrere del tempo, si impara il declino delle forze nell'accumulo dei giorni...Si impara sempre d'accapo, sempre al primo giorno di scuola. Si impara perchè non si conosce. Si impara quando si sa di non sapere. Si impara se ci si riconosce stranieri, alle cose proprie e altrui, a sè come agli altri... 

foto dalle scene finali

venerdì, aprile 13, 2012

Scontro Fiat - Fiom


E se FIAT se ne và dall'Italia?

Così commenterei il fatto di oggi, che ha visto contrapposte Fiat e Fiom sul piano giuridico sulle rappresentanze sindacali, tenuto conto dei recenti contratti aziendali.

Oggi i Tribunali di Napoli e di Lecce hanno dato interpretazioni diametralmente opposte su una medesima questione, al che un portavoce dell'azienda ha dichiarato in una nota che "le pronunce di oggi sono un'ulteriore conferma che la Fiat sta operando in un contesto che non assicura certezze giuridiche indispensabili per lo svolgimento delle proprie attività" .

"I due tribunali si sono espressi in maniera diametralmente opposta su una norma di legge inequivocabilmente chiara come l'art. 19 dello Statuto dei lavoratori, che non prevede rappresentanza per i sindacati non firmatari degli accordi", ha detto ancora il portavoce Fiat stigmatizzando "l'obiettività" della dichiarazione del segretario Fiom, Maurizio Landini, segretario della Fiom, che "esalta" la sentenza del Tribunale di Napoli, a loro favorevole, ignorando però completamente la sentenza del Giudice di Lecce, favorevole alla Fiat.

Dopo gli accordi aziendali, firmati solo dagli altri sindacati, la Fiom e' stata esclusa dalle rappresentanze sindacali nei siti del gruppo, e questa la dice lunga sulla loro abusiva intrommissione nelle questioni che insorgono tra dipendenti e azienda. 

In questa situazione una cosa è certa: se Marchionne si adira e lascia l'Italia, avrebbe ragioni a suo favore per farlo. Landini, autoesclusosi dalla firma dei contratti, ha citato la Fiat nei tribunali italiani delle zone in cui la Fiat e' presente, per violazione dei diritti sindacali.

-------------------

Libera interpretazione dell'articolo di Gianni Montani, apparso stasera su Reuters.

giovedì, aprile 12, 2012

I costi inutili della politica

Oggi altri due imprenditori, indebitati e senza prospettive future, si sono suicidati. Uno di questi ha compiuto il gesto estremo dopo aver ricevuto un'ingiunzione di pagamento da Equitalia per 40.000 euro.
Intanto i signori deputati, tra i quali si annida gente insulsa e inutile per la collettività (sarebbe finalmente ora di dimezzare il numero di deputati e senatori), capace solo di scroccare soldi al popolo dei super-tartassati, non rinuncia ai 100 milioni di rimborsi elettorali pregressi. E Fini non ha acconsentito che nella seduta odierna si parlasse del problema dei rimborsi elettorali vecchi e futuri. E così, intanto, a giugno i partiti si porteranno a casa quella tranche dei 100 milioni, fregandosene per quelli che si suicidano a causa dei soldi. 
Quanta altra gente si dovrà suicidare, per far capire a codesta casta che queste sono porcherie, e che a furia di tirarla, la corda si spezza?

sabato, aprile 07, 2012

Il sabato santo nella campagna lombarda


Negli anni del dopoguerra, nei paesi di campagna della Pianura Lombarda, era in voga l'usanza di lucidare le catene dei camini. Da sempre il camino era stato la fonte primaria di riscaldamento per le case durante l'inverno, e luogo di cottura dei cibi per tutto l'anno. Nella campagna, poi, dove la polenta la faceva da padrona quasi tutti i giorni, il camino veniva iperutilizzato; era d'uopo, quindi, che le catene che sostenevano i paiuoli per fare la polenta, si annerissero alquanto. Le massaie lombarde ci tenevano a mostrare una casa linda per il giorno di Pasqua, e tra le operazioni primarie vi era la lucidatura delle catene dei camini. Cosicchè si sceglieva il Sabato Santo per detta operazione. Ogni padrona di casa provvedeva in proprio, utilizzando allo scopo i maschi della famiglia. Quando questi mancavano, o non erano disponibili, si rivolgeva a parenti, vicini o conoscenti. L'operazione richiedeva l'impegno di qualche ora.
Chi fosse vissuto a quel tempo nelle campagne lombarde, il Sabato Santo, quando non si sarebbe sentito un fruscio, nè il muoversi di una foglia e le campane venivano zittite in segno di lutto per la morte di Nostro Signore, si sentiva un suono metallico provenire dalle strade sterrate di allora: erano i lucidatori di catene, che le percorrevano il lungo e in largo, finchè non fossero brillanti le catene.
Alle operazioni partecipavano uomini di ogni età, ma soprattutto ragazzini, giovanotti, ma anche uomini di mezza età.
Il compenso per tutti era quello di uova fresche di  giornata. Solo quello, per le molte ore d'impegno.
Ad una di quelle operazioni partecipai anch'io. Avevo allora sei anni, perchè ero in prima elementare. Il trascinamento della catena durò dalle 9 del mattino, alle 4 del pomeriggio. Partimmo in due; eravamo compagni di classe. Dalla cascina dove abitavamo, arrivammo fino a Mulino Zucchelli. Percorremmo un tragitto della lunghezza inimmaginabile per due bambini di 6 - 7 anni, ma tant'è il desiderio di scoprire cose nuove a quell'età era enorme. Mulino Zucchelli, da tempo immemore era, e forse lo è ancora, un cascinale isolato della fertile campagna del cremonese, poco distante da cascine tipiche della zona. Costruito sul fianco di una roggia, era stato per lungo tempo il mulino di riferimento per i contadini della zona.
Nel periodo gennaio 1944 - aprile 1945 Mulino Zucchelli aveva dato ospitalità ad un gruppo di sfollati del cassinate (vedere il post La citta e l'Acropoli di Cassino ). Erano oltre 20 persone.
Ma quella della mia "gita" al Mulino Zucchelli (Mulin dei Suchei, in dialetto cremonese) è una storia lunga, che racconterò a parte.
Nota: l'operazione di lucidatura delle catene dei camini, in dialetto locale si chiama: sgurà la cadena.
------------
Foto: antica catena da camino - dal sito Subito.it

venerdì, aprile 06, 2012

Venerdì Santo - Processione dei Misteri a Sessa Aurunca


Nel post I canti religiosi tra folclore e devozione, accenno a Sessa Aurunca come meta di uno dei viaggi del periodo pasquale di Giovanna Marini, fatti insieme ai suoi gruppi di studio. Vecchi e nuovi, ogni anno, i gruppi vagavano per l'Italia nel periodo pasquale, verso mete programmate, per approfondirsi nelle loro ricerche. Della tappa a Sessa Aurunca, fatta in abbinamento con quella a Giulianello, avevo solo accennato. Oggi, grazie a Tv2000, ho avuto modo di assistere alle prove per la Via Crucis, che si terrà questa sera per le strade del paese.
La prova trasmessa in Tv è quella relativa al lugubre canto delle Tre Marie. Alla trasmissione ha presenziato il famoso etnomusicologo Ambrogio Sparagna molto noto a questo blogger, che di lui ha già scritto in altre occasioni. Ha dato spiegazioni esaustive sulla tradizione della settimana santa a Sessa Aurunca, e sul lamentoso brano cantato dai tre incappucciati.
Tratto da Wikipedia, ecco la spiegazione di quanto sopra: "Le tre Marie indossano abiti neri e gioielli offerti dal popolo. In segno di penitenza i fratelli portano il volto coperto dal cappuccio bucato all'altezza degli occhi, e così vestiti, disposti dietro lo stendardo e tenuto da due giovani partecipanti, procedono in fila per due con le torce accese. Il corteo è seguito da una gran quantità di donne alluttate e scalze, che, recando pesanti ceri, pregano il Cristo affinché conceda loro la grazia richiesta. L'incedere lento, ritmico, ondeggiante dei misteri è preannunziato dal lugubre suono di una cornetta che, suonata da un confratello fin dal mattino, prepara gli animi al passaggio del Cristo Morto. Al passaggio della processione si accendono i carraciuni (enormi falò formati da fascine raccolte e allestite nei vari quartieri in cui passa la processione); nel frattempo dagli angoli più angusti dei portali durazzeschi o catalani del centro storico i tre cantori del Miserere uniscono le loro teste e si levano le lamentose note del canto".


 

Heracleum blog & web tools