marshall

lunedì, marzo 31, 2008

Premio Bamba

E mentre noi ci prendiamo una rivincita morale sulla politica maldestra, facendo lo sberleffo alla sua frangia arraffona (vedi post precedente), c'è chi se la sta godendo con i soldi che ha fatto, e che continua a fare, a spese dei sudditi Bamba di questo Stato. Stiamo parlando di Mario Capanna, vincitore, non so se lui o se il Popolo Bamba, del Premio Bamba odierno, messo in palio da Libero di Sera. Mario Capanna, da quel che ho sentito, sta facendo la vita agiata, grazie a due super laute pensioni messe a disposizione dallo Stato. Pensioni, a quel che ho intuito, di importo molto superiori a quelle percepite da Veltroni. E pensare che Capanna è stato un sessantottino di spicco, poi divenuto leader del Partito Comunista di Unità Proletaria, cioè di uno che doveva avere come scopo della sua vita il bene del Popolo. E invece, è uno di quelli che, come sta dimostrando, ha avuto in primo luogo pensieri per se stesso. Era perfin riuscito ad avere in uso gratuito un lussuoso appartamento dal Comune di Milano.

In chiusura di trasmissione del Premio Bamba, non ho ben capito se il premio stesso è andato a lui o ai bamba che han creduto in lui !!!! : attendiamo chiarimenti. A proposito di privilegi, caste e quantaltro, leggete l'interessante articolo di Mario Giordano ( http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=251395 )

Sono felice per l'assegnazione di EXPO 2015 alla Città di Milano. Spero d'aver contribuito alla vittoria con i miei articoli sulla Milano dei Navigli e sulla Milano di epoca Romana.

sabato, marzo 29, 2008

Politici sbertucciabili

L'inchiesta "Papponi di Stato", pubblicata dal 18 marzo su Libero, firmata da Roberto Poletti e Andrea Scaglia, ha messo in evidenza i privilegi e i benefici di cui gode la nostra casta politica, e dei quali eravamo sommariamente già documentati. Roberto Poletti ha vissuto personalmente gli episodi raccontati nell'inchiesta, essendo stato parlamentare nell'ultima legislatura, nelle file dei Verdi. Ha deciso di non ripresentarsi. Nell'inchiesta racconta i paradossi e le assurdità della politica cui ha assistito, e gli innumerevoli benefici di cui gode la nostra agiata Casta. Sbertucciamento, è il minimo che si possa fare, anzichè farsi rivoltare lo stomaco, leggendo i risvolti dell'inchiesta. Uno dei più improbi compiti del prossimo governo dovrà essere quello di eliminare quanto più possibile le sperequazioni esistenti tra cittadini privati e cittadini pubblici; eliminare le "scorrettezze" che trapelano dall'inchiesta. Sarà un compito arduo perchè nessuno vorrà rinunciare ai tanti belli agi cui sono stati malabituati. .

L'inchiesta è stata articolata in sei puntate e una conclusione. In ciascuna di esse sono stati presi di mira privilegi, agi, benefici, abitudini seguite dal sottile sbertucciamento della classe politica che approfitta della situazione creata. I sei titoli sono alquanto eloquenti: 1) Che pacchia la mia vita da onorevole; 2) Strapagati per dormire; 3) La grande abbuffata; 4) Al mercato dei deputati; 5) Loro volano e tu paghi; 6) La carica dei raccomandati; 7) Disonorevoli espedienti (quanti trucchi per risultare presente).

Stealth e Sarcastycon, bloggers, ottimi vignettisti e "commediografi", dotati di spettacolare verve ironico-satirica (vedi http://sarcastycon.wordpress.com/ ) , dovrebbero essere in grado di prendere spunto da tali titoli e sollazzare il loro numeroso pubblico con scenette di sbertucciamento. Chissà mai che, colti sul vivo, i nostri politici comincino a rendersi effettivamente conto di quello che non va, nella loro veste di privilegiati!

Che tronchino con "abitudini malsane", come, per esempio, quella di creare Commissioni ad arte. Ci sono, infatti, le cosiddette commissioni permanenti, 14 in tutto, "incaricate di discutere di un determinato argomento o esaminare i progetti di legge, per metterli a punto e poi eventualmente sottoporli al voto dell'Aula". "Poi ci sono le bicamerali, che raggruppano esponenti di Camera e Senato, e le Commissioni d'inchiesta, in genere invocate una volta ogni due giorni da una parte politica per dare addosso all'altra". Per paradosso, uno può essere membro di più commissioni, e quando queste si riuniscono contemporaneamente, quel membro potrà presenziare soltanto ad una di esse. "Ogni presidente di Commissione ha a disposizione un altro ufficio e relativo staff, oltre a quello cui ha diritto in qualità di deputato, e il suo stipendio è maggiorato. Misteri dell'organizzazione parlamentare". Sulle modalità per la nomina dei presidenti di Commissione, sulle procedure di svolgimento delle riunioni, sul modo di discutere vi è tutta una prassi ai limiti della farsa, per la quale rimando gli interessati alla lettura dell'articolo di Libero del 18 marzo. Nello stesso articolo vi è l'elenco delle tessere o card date in dotazione omaggio ai deputati; tra queste, la tessera che permette di transitare gratuitamente sulle autostrade, la tessera SEA che da diritto di parcheggiare gratuitamente negli aeroporti di Linate e Malpensa e all'accesso alle "sale Vip", la tessera CONI per accedere gratuitamente alle manifestazioni sportive. Il titolo del secondo numero dell'inchiesta, quello del 19 marzo, fotografa mirabilmente la situazione: i signori deputati hanno a disposizione oltre 600 uffici in lussuosi palazzi per la pennichella, uffici dotati di computer portatili dell'ultimissima generazione, gratis e i più costosi. "E poi carta, un mare di carta, fogli, buste di tutte le dimensioni, bloc notes, cartelline (alla faccia dei Verdi, difensori degli alberi). Il tutto rinnovabile automaticamente ogni tre mesi, anche se non si è riusciti ad usare neanche un decimo della fornitura precedente (pensare che la Polizia si è spesso lamentata perchè non aveva carta nemmeno per fotocopiare i verbali).

(segue)

lunedì, marzo 24, 2008

Milano in età Romana: il porto


In età pre Romana, e fino ad un certo momento dell'epoca Romana, a sud-est di piazza Duomo, a Milano, esisteva un laghetto naturale formatosi da un allargamento del fiume Seveso. Esso era localizzato in un'area compresa tra le vie Francesco Sforza, via Pantano, via Larga e via Laghetto: in pratica nel riquadro dove è situata l' Università degli Studi di Milano (la foto qui sopra, che dovrebbe rappresentare l'interno di un cortile universitario, è stata ripresa dalla lettera di presentazione dell'ateneo con annessa storia dello stesso. Il documento, in rete fino a qualche giorno fa, non è più reperibile). Via Pantano e via Laghetto, nomi di due strade che si trovano sulle sponde opposte di quell'antico laghetto, ci ricordano quel sito storico. E' assai probabile che, a quell'epoca, nei momenti di piena, le zone circostanti il fiume e il laghetto venissero sommerse. Fu durante un'alluvione di eccezionale portata, quella del 53 d.C., di cui si hanno notizie storiche certe, e ricordata anche in http://www.storiadimilano.it/ , che Milano andò "sott'acqua" subendo danni inimmaginabili. Dopo quell'evento si decise di dar mano a imponenti opere di assetto idrogeologico della città. E fu così che si pensò, forse, e in quella occasione, alla realizzazione di quel capiente canale navigabile e di quel ponderoso porto, che, si presume fu il catalizzatore del grande sviluppo registrato dalla città di Milano nei quasi quattro secoli successivi.
E' da ricordare che parallelamente a Milano, si andava sviluppando la città di Treviri, città strategica per Roma. Essa era ricca di edifici pubblici e monumenti, molti dei quali si trovano tuttora in un ottimo stato di conservazione. La Treviri attuale può così fornirci un'idea, seppur riduttiva, di come possa essere stata Milano in quell'epoca.

Al culmine dei lavori di abbellimento della città, nel 93, sotto l'imperatore Traiano fu dato inizio alla costruzione dell'anfiteatro che per dimensioni risulta essere stato il terzo, sui circa 220 presenti su tutto il territorio dell'Impero Romano. E se, dalle dimensioni dell'Arena si poteva presumere il grado di importanza della città, possiamo desumere che Roma avesse un occhio particolare per Milano già dai primi anni dell'impero (forse ne intravedeva già l'importante posizione strategica, rivelatasi in pieno tre secoli dopo). Dalla seconda metà del I secolo Milano conobbe l'inizio di un periodo di grande sviluppo urbano, tanto da essere scelta come dimora degli Imperatori Romani dal 282 fino al 402. La presenza di imperatori a Milano presupponeva vi fossero imponenti edifici pubblici, secondo i costumi dell'epoca, consoni ad una capitale imperiale. Alla fine del I secolo fu iniziata la costruzione dell'anfiteatro che, per dimensioni, risulta essere stato il terzo su un totale di circa 220 anfiteatri censiti in tutto l'Impero Romano, di cui si hanno notizie certe. Il suo completamento richiese oltre un secolo di lavori, ma è andato tutto perduto. Sembrerebbe che le dimensioni degli anfiteatri venissero stabilite in base all'importanza assegnata alla località. L'Anfiteatro milanese veniva dopo quello di Roma (Anfiteatro Flavio o Colosseo) e quello di Capua. A Milano faceva seguito quello di Verona (diametri esterni, metri 152 x 123, contro i 155 x 125 per quello di Milano), di poco inferiore per dimensioni a quello di Milano. L'Anfiteatro di Verona, conosciuto da tutto il mondo come Arena di Verona, può così darci un'idea visiva di come sarebbe stato l' Anfiteatro di Milano (detto anche Arena).

Massimiano, (imperatore dall'1/3/286 al 305) che aveva fissato la sede imperiale a Milano (foto in alto: resti del Palazzo Imperiale. Fotografia di Stefano Gusmeroli), dotò la città del Circo, costruendolo di fianco alla propria dimora, affinchè lo potesse raggiungere senza dover "passare per strada". Il Circo di Milano era il più grande (metri 470x 85) dell'epoca della tetrarchia. Di esso sono rimasti soltanto i ruderi ed una delle due torri monumentali, inglobata in un monastero nell'VIII secolo a costituire la torre campanaria, che facevano parte della struttura circense. I circhi erano strutture con costi altissimi per il mantenimento dei cavalli; tanto che potevano essere mercè soltanto di imperatori. E infatti, in tutto l'Impero Romano, i circhi più importanti, quelli dalle dimensioni grandiose, si trovavano a Roma (il Circo Massimo), a Costantinopoli e a Milano, che erano, appunto, sedi imperiali.
(segue)

venerdì, marzo 21, 2008

La miseria globale dietro l'angolo

La Paura e la Speranza per capire che cosa ci sta succedendo è il titolo dell'ultimo libro di Giulio Tremonti, giunto alla seconda edizione. Non l'ho letto, non ne conoscevo l'esistenza, se non che ieri ho visto la pubblicità sul fondo della prima pagina del Corsera, con foto giovanili dell'autore all'interno del quotidiano. Del libro, se n'è parlato ad Anno Zero e a Porta a porta, ma non ho visto nessuno dei programmi. E' stata Nessie, con la recensione scientifica che ne ha fatto sul suo blog, ad addentrarmi in questo caso letterario. E' proprio il caso di chiamarlo in questo modo, poichè farà molto discutere.

Non l'ho ancora letto, ma, ispirato dalla prefazione al libro, riportata nel blog di Nessie, sono pervenuto a certe conclusioni, legate alla attuale situazione dei mercati finanziari globali.

I possessori di titoli azionari, non solo i neofiti, anche quelli di vecchia data, hanno ormai costatato sulla loro pelle, nelle loro tasche, che il mercato azionario non paga: tutto questo, nonostante i guru e i maghi della finanza continuino a predicare che "alla lunga, il mercato paga": tutte balle. Provate a raccontare questo concetto ai detentori di azioni Alitalia, Telecom, S.T.M., Seat P.G., Mediaset - titoli ai quali se ne aggiungeranno altri nei prossimi mesi - e poi aspettate di vedere la loro reazione. Alla fine, il mercato non paga e anzi è fonte di litigi familiari, dispiaceri, per via delle inutili privazioni a cui ci si è sottoposti per rincorrere le false chimere dell'investimento in azioni - per quanto esse buone possano sembrare - come salvaguardia dei risparmi dall'erosione monetaria, onde procacciarsi un gruzzolo alternativo per la vecchiaia.

Nel futuro, prima di effettuare un investimento azionario, le nuove generazioni è meglio che si premuniscano adeguatamente, ponendosi questa semplice domanda: perchè devo investire in borsa i miei risparmi?
Se troveranno una risposta soddisfacente al centopercento, che investano pure, altrimenti è meglio che si astengano.

Divoramento dei risparmi: è uno degli effetti nefasti della globalizzazione spinta e accelerata che si potrebbe evincere dalla prefazione al libro di Tremonti - prefazione che si può leggere dal blog di Nessie.

Un problema globale, che però potrebbe scaturire da una disaffezione globale ai mercati - poichè la caduta che sta avvenendo sui mercati azionari è anche globale - potrebbe essere quello che non arriveranno più soldi da privati alle aziende - poichè il gioco di investire in borsa non varrà più la candela. Esse, quindi, languiranno in attesa di salvataggi o finanziamenti dagli stati, con tutto quel che ne conseguirà in termini di produttività (rallentamenti, ritardi, qualità fuori controllo, ecc.). A creare accupazione, resteranno l'arte, il turismo, lo sport, lo spettacolo, ecc., ma se non saranno affiancate da una sana e forte attività industriale, che assicurino adeguate entrate agli stati, i servizi salteranno perchè gli stessi non saranno più in grado di provvedervi, salvo che non si torni alla schiavitù.

Si prospetterebbe, insomma, uno scenario di miseria globale. E' questa, forse, la paura richiamata nel titolo del libro di Tremonti? Lo sapremo solo leggendolo.

BUONA PASQUA A TUTTI

sabato, marzo 15, 2008

L'antico porto di Milano

Dai siti www.storiadimilano.it, http://www.serenoeditore.com/, http://www.palazzomajnoni.it/, http://www.melegnano.net/ si possono reperire informazioni e indizi circa la probabile esistenza, in epoca romana, del Porto fluviale di Milano. Il fatto che finora non è stato ritrovato alcun documento che ne attesti l'esistenza, senza ombra di dubbio, contribuisce a mantenere vivo l'interesse per la ricerca di prove attendibili. Il cruccio maggiore degli appassionati di ricerche storiche, che mi pare di scorgere, leggendo brani dai siti menzionati, è quella di dare al mondo quella prova inconfutabile. Insomma, sembra quasi che l'esistenza di quel porto sia avvolta in un cupo mistero. Eppure, le più grandi città di origine romana sono state fondate in prossimità di grandi corsi d'acqua dolce navigabili. Milano, che nel corso del IV secolo era assurta a capitale dell'Impero Romano, era sicuramente nel novero delle città più importanti dell'Impero. Eppure, nel periodo che ci interessa - dal 500 a.C. ai nostri giorni - Milano non è mai stata attraversata, nella sua zona centrale, da corsi d'acqua naturali che avessero una portata tale da poter essere navigabili; solo fiumicelli, come il Seveso, inidoneo quindi alla navigazione, e neanche sufficiente per soddisfare tutti gli altri bisogni della popolazione crescente. I grandi fiumi, il Ticino e l'Adda sono abbastanza distanti dalla città; essa era ed è attorniata solo da fiumicelli, torrenti o rigagnoli. C'è l'Olona che ha una certa consistenza e il Lambro, fiume a pieno titolo, che però scorre nell'estrema periferia orientale. Va da se che vien logico pensare che, dopo la battaglia di Casteggio del 222 a.C., con l'ingresso dei romani in Milano, poichè il sito per far crescere una grande città era stato ritenuto notevole, si pensasse subito alle canalizzazioni, ed in particolare ad un canale navigabile, anche per sopperire all'assenza di un grande fiume di attraversamento della città.
Che mi risulti, in mancanza di quella prova certa di cui sopra, nessun testo scolastico si è mai spinto ad affermare che Milano abbia avuto, in epoca Romana e/o pre Romana, un porto fluviale dislocato nel cuore della città. Eppure, da congetture e labili prove rinvenute, sembra proprio che un grande porto, costruito in epoca romana, dalle parti di via Larga, sia proprio esistito. E, data per vera l'esistenza di un grande porto, viene automatico il pensare all'esistenza di un grande canale navigabile: quello che potrebbe essere stata la Vettabbia, in quell'epoca.

(segue)

domenica, marzo 09, 2008

Furbini, furbetti, furboni

Non sono uno che stravede per i programmi di Gad Lerner; il suo nome non è certo tra quelli che attirano la mia attenzione; ma quando esso è abbinato ad Antonio Socci, allora sì, vale la pena di andare a leggere quanto scrive costui del suddetto Gad, tanto che ora mi pento di non essermi soffermato sul programma L'Infedele di mercoledì 5 c.m. A quanto pare, leggendone il bel resoconto stilato da Socci, dal titolo "Gaffe" Lerner, la voce del padrone e l'operaio della Thyssen umiliato ( http://www.antoniosocci.it/Socci/index.cfm ), devo proprio aver perso uno spettacolo memorabile. Tra gli ospiti, oltre all'operaio della Thyssen, Ciro Argentino, superstite del rogo di dicembre, e candidato PD, l'altro candidato Matteo Colaninno oltre a personaggi dello spettacolo e della politica, come Lella Costa e Fausto Bertinotti.

Non sto a descrivere quanto successo in quel programma, e gli strascichi che ne sono seguiti: molti l'avranno visto, e per saperne di più, basta leggere l'articolo di Socci.

L'idea che mi sono fatto io, di quel programma - giudizio a parte sull'operaio della Thyssen, che mi è sembrato essere la parte lesa e offesa della vicenda narrata - è che vi hanno partecipato una serie di personaggi furbini, furbetti e furboni: un programma nel quale l'ipocrisia deve averla fatta da padrone.


 

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