marshall

giovedì, marzo 30, 2006

Dedicato a mia figlia

Il futuro è vostro.
Date il voto a chi volete. Le conseguenze saranno vostre.
Ricorda però che nessuno ha la bacchetta magica e nessuno è ancora capace di fare miracoli.
Per attuare tutto quello che promette la sinistra c'è bisogno di risorse, ed esse potranno venire solo da un aumento delle tasse e se ciò avverrà, e comunque dovrà avvenire, m'immagino già le conseguenze. Questa voce non dovrebbe toccarmi perchè sono già ai minimi di reddito tassabile e quindi possono solo farmi morire o scaraventarmi dalla finestra, visto che mai nessun volontario si è mai prodigato gratuitamente per me.
Per riparare lo scaldabagno se nè andato un quarto della pensione (in nero, sennò era di più).
Per riparare la lavatrice, un terzo della pensione (in nero, sennò era di più).
Ecco, fatevi insegnare da coloro il modo di guadagnare di più senza però subire aumenti a cascata, altrimenti il gioco non varrebbe la candela.
Ecco perchè sono tutte utopie, parole, parole, e pensano solo a tirare ciascuno l'acqua al proprio mulino.
Come tu sai, ho vissuto il '68 e il '78 (Statuto dei Lavoratori!) e questi problemi, queste beghe politiche c'erano anche allora, e più di ora. E da allora è cambiato quel che è cambiato, s'è fatto quel che s'è potuto e la vita è andata avanti lo stesso con tutti i problemi di sempre. Se ora non si arriva a fine mese, allora non si sarebbe arrivati alla prima settimana, coi soldi che c'erano. Perciò quei bei discorsi che tu sai, prendili per quello che sono: parole.
Se sai ragionare con la tua testa, mettila in funzione e non farti influenzare da questi profeti del futuro tutte rose e fiori.

Etica Professionale

Luca Antonini, giovane luminare, titolare di una cattedra a Padova, ha messo sottosopra il programma dell’Unione, pervenendo al seguente risultato, che Renato Farina ha così sintetizzato:

“Nel programma progressista la parola “diritti” compare 176 volte; la parola “doveri” spunta 5 volte. Inoltre il lemma “diritto” è vergato 86 volte; mentre “dovere” si fa vivo 7 volte. Totale: “diritto/diritti” 262 volte, dovere/doveri” 12. Ho calcolato. Secondo Prodi, a ciascun italiano, spettano circa 22 diritti per ciascun dovere. Il dovere detiene una quota di meno del 4,53 per cento del Pil dei valori.

UNA SOCIETA’ CHE SI REGGE SU QUESTO VA SEMPLICEMENTE A RAMENGO.”

(da Libero del 29 marzo 2006)

Domanda: per i compilatori di programmi non esiste l’etica professionale?

lunedì, marzo 27, 2006

Imposta commisurata al grado di Onestà

Sulla questione della tassa di successione, sono in totale disaccordo con Bertinotti. Trovo ingiusto la sua reintroduzione.
Chi è onesto, vedrebbe quella tassa come una confisca, un esproprio. Essa metterebbe sullo stesso piano contribuenti onesti e contribuenti disonesti, facendo pagare un'ulteriore tassa agli onesti che hanno già pagato tutte le loro tasse, nel corso della loro vita.
Quella tassa si trasformerebbe, alla lunga, in un boomerang per l’economia, perchè, toglierebbe, per legge, l’incentivo di fare sacrifici per avere un qualcosa in più. Quindi, produrrebbe un'inevitabile rallentamento dell'economia. Se questo è ciò che si vuole, la reintroduzione della suddetta tassa è un mezzo efficace per raggiungere quello scopo.
Per soddisfare anche i desideri di Bertinotti, oltre che le necessità dello Stato, introdurrei una imposta che chiamerei - imposta sul livello di onestà contributiva - da calcolare in questo modo:

Patrimonio da trasferire al momento della morte o della donazione x (moltiplicato) 33 % uguale tassa di successione o di donazione.

Meno quanto versato di IRPEF, fino a quel momento, dal defunto o dal donante,

Uguale Imposta netta di successione, o di donazione, da versare.

In questo modo, vengono risolte anche questioni relative all'evasione fiscale.
Il 33% è un indice puramente casuale e indicativo, che andrà studiato e calcolato con precisione.
E, come si può intuire, questa "nuova" imposta sarà variabile ed in funzione del grado di onestà tenuto dal contribuente. Sarà zero, per chi è stato onesto. Sarà del massimo previsto, per gli evasori totali. Tra questi due limiti, c'è tutta la casistica intermedia.

domenica, marzo 26, 2006

Il Saggio della Montagna

In una località piacentina, nei pressi dei monti Aserei, vive il grande “Saggio” della montagna. Ha quasi novant’anni, ma è ancora fresco, puro, limpido come lo conobbi anni fa. Ancora adesso, nella bella stagione, con la sua tenda in spalla, raggiunge la vetta e lì si ritira in contemplazione e meditazione.
L’altro giorno, prima del ritiro, mi sono fatto accompagnare da Lui e l’ho poi interrogato anche sulla situazione italiana.
Ha detto:
“Il sentimento umano dell’invidia, in taluni individui è molto più forte. Essi, nemmeno se ne accorgono perché il loro animo ne è talmente permeato da farglielo percepire come uno stato di normalità. E, in funzione di questo stato, agiscono.
Impegnano la loro vita, il loro tempo, le loro energie, quasi esclusivamente alla ricerca del male degli altri, che essi sanno esistente in ognuno di noi - con lo spirito dei segugi - anziché dedicarsi alle opere di bene o a quelle per le quali sono veramente stati deputati.
E così essi, prede di questo sentimento, vedono il male anche dove non c’è e anche dove il male in realtà è bene.
Venendo a noi.
L’Italia è vicina ad un precipizio perché, in questo momento, tra le due parti, esiste solo uno stato di lotta strisciante, di all’erta continua. E le energie migliori vengono spese per questo scopo. E nulla in ogni caso cambierà anche con le elezioni perché questa lotta, tra di loro, continuerà inevitabilmente anche dopo. E, quel che è peggio, ora, potrebbe degenerare anche in violenze e poi in violenze generate dagli insani sentimenti della vendetta.
Devono darsi una tregua, devono pacificare gli animi. Devono mettersi “d’amore” e d’accordo almeno su qualche punto.
Se questo avverrà, l’Italia ce la farà anche questa volta”.

Questo è il sunto di quanto ci ha detto.
E, rincuorati dal suo messaggio di commiato, ci siamo allontanati con un filo di speranza.

venerdì, marzo 24, 2006

Il viaggio

Ho letto il blog di qualche giovane e ne sono uscito rattristato, deluso, sconfortato. Hanno il vantaggio della vita, della salute, del futuro, si del futuro, qualunque esso sia. Dovrebbero sprigionare gioia e freschezza e invece….
Sognano il viaggio in paesi lontani e sperduti per sfuggire dalla realtà. Una realtà che essi vedono triste, cupa, nera. Come se in quel viaggio hanno la certezza di trovare quello che cercano.
Credo che ciò sia una illusione, sì pura illusione, perché la felicità la si può trovare anche senza andare troppo lontano, tra le proprie mura domestiche.

(segue)

giovedì, marzo 23, 2006

ITALIA MIA

L’Italia è come una famiglia fortemente indebitata, la quale ogni mese deve fare i conti anche con gli interessi da pagare. Parlo solo di interessi perché se dovesse pensare a come ridurre il debito, gli si parerebbe di fronte un ostacolo enorme, una montagna di debito tale che il solo sforzo necessario a pensare alla situazione, sarebbe tale da sottrarre le energie occorrenti al solo pensare ad altro. Sarebbe molto deprimente. E allora? Allora è meglio non pensarci e… tirare avanti. Tirare avanti finchè ci è concesso, finchè si può.
Ecco: finchè si può.
Ma pensare a come non aumentare più il debito, si può e si deve.

Si può.

Va cercata una soluzione a tutti i costi: ciò è dovere della politica.

Si deve.

A questo devono concorrere tutti.

Tutti devono sapere che, per dimensioni e popolazione, siamo lo stato più indebitato al mondo.
Di conseguenza sarebbe logico doverci comportare come quella famiglia di cui sopra.
In quella situazione il marito e la moglie, che abbiano a cuore il bene e il futuro della famiglia, cercano, nelle difficoltà in cui si dibattono, di andare d’accordo e perseguire, con tenacia, con costanza e con rigore, obiettivi comuni per la salvaguardia della famiglia.
Altrettanto dovrebbero fare il nostro governo e la nostra opposizione, di qualunque colore essi siano, nel momento di eccezionale difficoltà in cui ci trasciniamo da anni ed anni.
Perché è vero che i creditori finchè paghiamo loro gli interessi e finchè hanno le garanzie della nostra solvibilità, non ci richiederanno la restituzione del capitale. Ma se dovessero venir meno quelle garanzie perché rissosità, litigiosità, disaccordo su tutto, divisione interna, darebbero la sensazione di una famiglia allo sbando, ci verrebbe richiesta la restituzione del capitale. Allora sì, sarebbero guai seri. E quello che potrebbe accadere, lo lascio liberamente immaginare a ciascuno di voi.
Esempi illuminanti ne abbiamo molti!

mercoledì, marzo 22, 2006

Genitori e Figli

E’ vero che i figli assomigliano ai padri e una dimostrazione l’abbiamo avuta in Porta a Porta
di ieri sera, 21 marzo. Giorgio La Malfa ha fatto ricordare, ai meno giovani, suo padre Ugo.

Ugo La Malfa era un gentleman siciliano. Non era arrogante, non era prepotente, non era spavaldo ne rissoso. Non era un grande oratore, era poco loquace e misurava e dosava attentamente le parole essendo egli anche un timido. Ma su questioni importanti, questioni che potevano mettere a repentaglio lo Stato, dimostrava di possedere una grinta ed un coraggio inusuali nell’esporre le proprie idee, tenuto conto anche del fatto che era un uomo di corporatura apparentemente fragile.

Ieri sera Giorgio La Malfa è stato caparbio e grintoso come suo padre quando, in un punto del programma, ha incalzato l’on.Diliberto sulla questione del taglio di cinque punti del cuneo fiscale indicato nel programma dell’Unione. Egli ha sollevato dubbi, dimostrandolo, sulle modalità con cui verrebbero reperiti i fondi necessari per quel taglio, da parte dell’Unione. Dubbi che fin qui erano stati ignorati o sottovalutati.

Ora, su quel punto, l’Unione dovrà fare estrema chiarezza.

martedì, marzo 21, 2006

La Fattoria degli Animali

Ho letto la novella “La Fattoria degli Animali”, piacevole e altamente istruttiva che si può leggere in tre sere.
Narra di animali di una certa fattoria che, stanchi della “sudditanza” dall’Uomo, si coalizzano, si ribellano e con un’accurata preparazione portata avanti segretamente, riescono a cacciare il Padrone della Fattoria ed ogni altra presenza umana in essa presente.
A loro vola, gli uomini si organizzano e con un blitz tentano di rientrare e riprendere il pieno possesso dei loro beni. Ma gli Animali, che si aspettavano una mossa del genere, vivevano all’erta e non si fecero prendere di sorpresa. Con una furiosa lotta, senza morti, riuscirono a sconfiggere e cacciare definitivamente l’uomo.
Si trattava ora di organizzare la vita di quella che da quel giorno si chiamò “Fattoria degli Animali” e non più “Padronale”.
Ma qui cominciavano i problemi.
Servivano dei “capi” e furono scelti “democraticamente” tra quelli considerati i più intelligenti.
Qualcuno riuscì persino ad apprendere le basi della lettura e della scrittura e, grazie a questo, furono elaborati e scritti a grandi lettere, su di un muro ben in vista a tutti gli animali, i sette comandamenti. Il primo dei quali recitava così: Tutto ciò che va su due gambe è nemico. E gli altri erano dello stesso tenore dove si vietava o si proibiva di fare, mangiare, comportarsi, di vivere, ecc. come l’uomo.
All’inizio sembrava tutto bello: razioni più abbondanti, più tempo libero, più riposo, ma soprattutto ciò che facevano e producevano era tutto per se stessi, nulla del loro lavoro andava al “bieco uomo”, e questa in definitiva era la loro maggior soddisfazione.

Vi risparmio tutto il resto e vado alla fine della novella, nella quale i sette comandamenti erano stati cancellati e al suo posto ne era rimasto uno solo che diceva: “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più eguali degli altri”. E tra gli animali “inferiori” si nera ormai diffusa la convinzione che “si stava meglio quando si stava peggio”.
E questa fu una delle morali insegnate da George Orwell.

sabato, marzo 18, 2006

Imposte societarie a confronto

Ho fatto una breve indagine sulle tasse pagate da gruppi industriali primari, nel triennio
2000-2002, ed è emerso quanto segue:

ENEL...... imposte versate € 2.906.047.000
ENI....................................... 10.992.000.000
FIAT.......................................... 524.000.000
FINMECCANICA...................... 415.577.000
MEDIASET.................................529.001.000
PIRELLI....................................... 83.134.000
TELECOM................................3.661.379.000
TOD' S............................................66.402.000

Da questi elementi si evince come una delle società create dal Cavaliere Berlusconi abbia fornito un bel contributo al bilancio dello Stato italiano.

venerdì, marzo 17, 2006

Lettera al Professor Prodi

(alla ricerca di un perchè)

On. Prodi

Si è vero, l’IRAP ha sostituito 7 tasse diverse tra le quali c'erano veri e propri balzelli.
In primo luogo, la tassa annuale sulla partita IVA, fissa per le imprese individuali, variabile, e di importo gravoso, quella a carico delle società (s.r.l., s.p.a., e altre) che ha poi generato un enorme contenzioso, risolto anche con l’intervento del Tribunale dei diritti Europei.
Poi, l’ILOR, anch’essa considerata un balzello per determinate categorie, tra le quali gli agenti di commercio, cui appartenevo, che, oltre all’IRPEF, dovevano pagare anche questa tassa. Tassa che portò questa categoria a dover fare ricorsi per la sua restituzione, fin dal momento della sua introduzione. E chi lo fece, ottenne il rimborso. Chi, come me, non lo fece o non si attenne alle norme e ai termini di prescrizione, non ottenne indietro nulla.
Tra le tasse incorporate dall’IRAP vi fu anche la tassa comunale, annuale, sul rinnovo delle licenze commerciali e l’ICIAP, imposta comunale per le attività produttive. Poi ancora, c'era l'imposta patrimoniale sui beni d'impresa
La più importante di quelle 7 tasse raggruppate nell’IRAP fu il contributo al servizio sanitario nazionale (c.s.s.n.): unica ritenuta giusta ed equa perché andava a finanziare direttamente la sanità pubblica.
Su alcune imposte, come quella sopra, gravava poi un'addizionale provinciale o regionale.

Quelle 7 tasse portarono all’esasperazione tante piccole imprese, soprattutto quelle individuali, molte delle quali nel periodo a cavallo tra gli anni ‘80 e ’90 decisero, proprio per questi motivi, oltre che alla complessa e asfissiante fiscalità di allora, di cessare l’attività.
Infatti ci fu, fino al ’94, una eccezionale moria di imprese, ben superiore alla norma e fu con Berlusconi, la cui discesa in campo produsse l’effetto di una potente scossa al sistema, che si interruppe il trend di crescita negativa del numero di aziende e iniziò una lenta ma costante risalita del rapporto tra iscrizioni di nuove ditte e cancellazioni.
L’inizio di applicazione dell’Irap, nel ’98, che era allo studio già da diversi anni, fu visto con piacere dai piccoli imprenditori perché li liberava da tante piccole e assurde, oltre che onerose, incombenze.
Ma non tutti la vedevano allo stesso modo. Solo l’introduzione di una franchigia, intervenuta nel secondo anno di applicazione della legge, e le modifiche pian piano apportate, hanno parzialmente contribuito a mitigare gli effetti negativi di questa imposta. Fin dall’inizio, essa fu giudicata pessima da imprenditori che hanno un’ampia incidenza di manodopera sul costo dei loro prodotti, voce non deducibile dalla base imponibile della tassa, e per questo motivo è vista come una tassa impropria sul lavoro. In ogni caso, i più avevano intuito da subito che la riforma era nata zoppa.

D’altronde non si poteva fare nulla di meglio perché le necessità dello Stato e il suo enorme debito pubblico, sono tante e tali che non lo permettono. E anche questo Governo ha potuto fare ben poco, nonostante l’impegno e il tentativo naufragato, di una sua riduzione o abolizione.
Ora l’Irap è stata dichiarata anticostituzionale dalla Comunità Europea e quindi si dovrà in ogni caso provvedere a rimuoverla.
Ma come reperire i mezzi che verranno a mancare allo Stato dalla sua abolizione?
Non si potranno aumentare le tasse perché nessun Governo è intenzionato e disposto, pena anche la perdita della credibilità di fronte all’elettorato, a compiere questo passo.

E allora come fare?

Da sei anni non ho più la percezione concreta della realtà, fuori dalle mura domestiche, perchè
una malattia autoimmune, cui ha sicuramente contribuito lo stress subito in quegli anni pre-Berlusconi, ha trasformato la mia vita in una sorta di condizione semivegetativa. Ma scandagliando tra i miei pensieri, ancora integri, sento che, tra tutte le possibili soluzioni, sembrerebbe che l'unica percorribile sia quella del controllo della spesa pubblica e di una lotta seria all'evasione fiscale che faccia pagare meno tasse, ma a tutti.

Fine della prima parte

I duellanti

(versi liberi in italiano maccheronico)

Oh genti de l’Italia tu l’hai visti,
i contendenti lider a schermar
per lo governo prossimo futuro,
andar a comandar co’l propio stuolo.

L’un fu tutto agguerrito ne lo dire
che il fu governo non ha fatto nulla,
che ciò ca’ fatto è stato ‘n gran disastro
che l’Italia è a ‘lo sbando e a la sventura.

L’altro dicea che ‘l su’ governo è stato
lo più lungo de la storia,
e l’operato suo è lo migliore
c’alcun governo ha fatto fin qui ora.

E ‘l gran lavoro suo, tutto pingea.
Cento, dicea, cantieri aperti e più,
e, trentasei provvedimenti, i presi,
tasse ridotte avanti al primo posto.

Gran mole di lavoro insomma fatto,
ma l’altro, smentir’ a spron battuto,
negar ogn’operato era ‘l suo forte,
e s’ingegnava a demolir suo tutto.

Or giudicate voi, oh popol sano,
cercar la verità a voi or’ tocca
e in piena libertà dare lo voto,
a chi vi condurra ne lo futuro.

mercoledì, marzo 15, 2006

Faccia a faccia Berlusconi-Prodi

On. Prodi,

Lei ha detto che per finanziare la riduzione del cuneo fiscale opererà un aumento dell’imposta sugli interessi dei titoli di Stato (Bot, Btp, Cct, ecc.) e di Società private (Fiat, Telecom, ecc.) . Per compensare questo aumento, ridurrà l’imposta gravante sugli interessi corrisposti sui depositi bancari o sui libretti di risparmio in generale.
Quindi, secondo Lei, non ci sarà nessun aumento di tasse.

Onorevole, da un’indagine sui conti correnti italiani risulta che la maggior parte di essi vengono remunerati a tasso zero o poco più e solo i grandi depositi (privati, società, enti, ecc.) ottengono remunerazioni in linea con il tasso d’inflazione. Quindi questa misura da Lei annunciata produrrebbe vantaggi solo per conti consistenti e nessun vantaggio per quasi tutte le famiglie.
Per contro lo svantaggio derivante dall’aumento dell’imposta su interessi o dividendi si produrrebbe in egual misura su tutti (salvo correttivi da valutare).
Ma c’è un altro aspetto non indifferente da considerare.
Le grosse società di capitali sparse per il mondo (finanziarie, banche, assicurazioni, fondi pensione, ecc.) vanno a cercare le differenze di trattamento fiscale esistente tra i vari stati, spostando i loro investimenti nei luoghi a loro più convenienti.
E’ indubbio che, per esempio, istituzioni inglesi, americane, giapponesi, valutino con favore la diversità di trattamento d’imposta sulle rendite finanziarie che esiste tra noi la Francia e la Germania (noi il 12,5%, loro il 20%); poiché anche se gli stati membri sono assoggettati alla armonizzazione fiscale (vedere alla voce), queste disparità di trattamento producono indubbi vantaggi in chi li sa sfruttare adeguatamente, per esempio col reinvestimento in Italia di quei proventi. E non a caso i fondi pensione americani sono presenti in massa nelle nostre società quotate – e non solo quotate.
Ora questa misura di aumento delle imposte sulle rendite finanziarie da Lei annunciato, quali reali svantaggi produrrebbe alla nostra economia?
Ecco perché, avendo individuato nel Suo progetto elementi che produrrebbero disparità di trattamento fiscale e non convenienza nazionale, ritengo che sarà irrealizzabile.

martedì, marzo 14, 2006

Ai Moderati d'Italia

Ai moderati d’Italia

Oh popolo d’Italia
a cui sia car il dono
c’un dì i nostri Padri,
per far goder a noi,
quel ben si tanto caro,
c’ogn’uom al mondo anela,
lottarono e morir

Oh popolo d’Italia,
che sia di destra o a manca,
contro il comun nemico
unite i vostri cor,
Ca’ la violenza è un germe
che può portar più danno
che un uragano indomito
fermar non lo si può.

Milan si cara sia monito:
contro i devastator,
unite il vostro ardor.
Non vi divida il tifo
c’ognun ama seguir,
per Prodi o Berlusconi,
ma sia di un sol color
la voglia di lottar
per il supremo amor.

sabato, marzo 04, 2006

Moralizzazione e lotta all'evasione

La lotta serrata all’evasione fiscale, di cui parlava ieri a Rimini l’on.Prodi, è un problema di sempre.
Riccardo Bacchelli, ad esempio, nel suo romanzo, Il Mulino del Po, racconta l’espediente praticato dai molinari dei primi anni del Regno, per evadere la tassa sul macinato. Essi intendevano, in quel modo, protestare contro la durezza della vita ma anche contro lo spreco e il malgoverno che, a loro dire, era già serpeggiante.
Quindi quello degli sprechi, degli sperperi, dei soldi pubblici spesi male era già sentito in quella civiltà contadina anche se priva di istruzione e adeguata informazione.
Oggi, anche a causa dell’enorme debito pubblico ereditato dal passato, questo problema è sentito e vissuto ancor di più. Ma ciò nonostante le classi dirigenti, politiche e sindacali, avversarie del governo, sono ottusamente in disaccordo sui tagli alle spese da lui attuate: protestano, indicono scioperi, non vogliono quei tagli, quel rigore imposto dalla criticità della situazione: è un provvedimento che si rifiutano di avallare.
Certo, dai tempi di tangentopoli è stato fatto qualcosa sul fronte dei controlli alla spesa pubblica e delle entrate ma, data la situazione catastrofica dei nostri conti, non basta. Inevitabilmente, la “moralizzazione su tutti i fronti” della spesa pubblica è necessaria e propedeutica all’incisività e alla convalida, da parte della morale comune, della “lotta su tutti i fronti” all’evasione fiscale. Questi concetti dovranno entrare nella mente di ognuno come norme di comportamento inviolabili altrimenti il futuro di Popoli uniti, sarà continuamente messo in discussione dalle forze eterogenee dei gruppi che li compongono.


 

Heracleum blog & web tools